L’infanzia è il periodo dell’esistenza umana maggiormente popolato di paure, alcune delle quali rappresentano momenti di sviluppo psicologico attraverso cui i bambini passano necessariamente come ad esempio la paura dell’estraneo, tipica del bambino intorno all’ottavo mese di vita, la paura del buio o dei mostri che appare dai 3/5 anni, la paura del distacco o della perdita i genitori, che è tipica nei bambini già dai 5/6 anni di età e può perdurare anche in adolescenza.
Tali manifestazioni di paura sono del tutto normali ed ognuno di noi ci è passato.
Se adeguatamente affrontate assieme al genitore, il bambino riesce a superare queste paure con naturalezza.
Il rischio maggiore risiede invece in quello che viene definito “paradosso della ricerca del benessere” ( Nardone, 2018 ) ovvero la tendenza dei genitori a ridurre i disagi dei figli annullandone sofferenze e paure.
Tale atteggiamento in maniera paradossale contribuisce a creare bambini (e di conseguenza futuri adulti ) incapaci di fronteggiare i dolori e le difficoltà che, ineluttabilmente, la vita gli proporrà.
Ma quando le paure dei nostri figli hanno bisogno dell’intervento del professionista?
Quando le percezioni/reazioni del bambino si irrigidiscono al punto di bloccarlo nella quotidianità, come ad esempio l’evitare in maniera ostinata determinati luoghi o situazioni, l’evitare i contatti sociali o altri stimoli esterni che vengono percepiti come minacciosi, quando il circolo della paura si innesca ed autoalimenta al punto di compromettere il benessere psicologico del bambino, o quando le risorse messe in campo dai genitori o dagli insegnanti per aiutare il bambino non sortiscono alcun effetto (anzi, il più delle volte contribuiscono ad alimentare il problema stesso), allora è auspicabile l’intervento dello psicologo, o meglio, l’intervento “guidato” dallo psicologo.
Il trattamento elettivo infatti, nel caso di problematiche relative a paure e fobie che riguardano i bambini, è quello che vede i genitori investiti del ruolo di co-terapeuti, ovvero saranno loro stessi, guidati dal professionista, ad aiutare i propri figli a superare in modo efficace (cioè risolutivo e con risultati che si mantengono nel tempo) ed efficiente (ovvero in tempi ragionevolmente brevi) le proprie paure e/o fobie.
A volte ad esempio può essere utile per un genitore ritagliarsi uno spazio quotidiano strutturato col proprio bambino in cui lasciare spazio alle paure, disegnandole o scrivendole ripetutamente relegandole così in quello spazio.
Questa manovra consente solitamente di liberare il resto della giornata del bambino da ciò che più li spaventa.
Troviamo invece differenze, anche nel trattamento, se parliamo di figli adolescenti i quali tipicamente possono manifestare paure più legate al proprio corpo o al proprio aspetto, come per esempio la paura di arrossire o la paura legata a qualche anomalia del corpo stesso (reale o percepit ) o paure legate alla sfera sociale o sessuale: brutte figure, critiche, insuccessi scolastici o sentimentali, fino a paure più strutturate o preoccupanti per i genitori come la paura di ingrassare che può dare origine a disturbi alimentari, o la paura di perdere il controllo o di impazzire, che possono strutturarsi in veri e propri attacchi di panico.
In questi casi il trattamento del problema presentato avviene in modo diretto coinvolgendo il ragazzo o la ragazza insieme ai propri genitori attraverso la ristrutturazione e modificazione del modo di percepire la realtà e le derivanti reazioni comportamentali.